“SBS: la sindrome del bambino scosso”

>
blog
bambino scosso
CONDIVIDI
CONDIVIDI
INVIA TRAMITE MAIL
TWEETTA
INVIA AD UN AMICO

La sindrome del bambino scosso indica una varietà di segni e di sintomi, in bambini sotto l’anno di età, secondari allo scuotimento violento o a traumi della testa.

La sindrome si caratterizza per danni neurologici che variano dal coma fino alla morte.

Non molto tempo fa le pagine di cronaca hanno raccontato della morte di un bambino di 5 mesi dopo essere stato “violentemente” cullato dalla mamma al punto tale da averne provocato un trauma cranico e infine la morte.

Piuttosto che descrivere la suddetta sindrome proveremo a comprendere che cosa accade in una madre che probabilmente inconsapevole agisce con così tanta veemenza senza rendersi conto dei rischi.

Che cosa accade a queste mamme?

La maternità è un’esperienza che spesso mette la donna a dura prova rispetto alla sua capacità resiliente di fare fronte a situazioni stressanti legate al prendersi cura del neonato completamente inesperta a tradurre il pianto del bambino in bisogni e richieste specifiche.

La stanchezza fisica successiva al parto, la labilità emotiva causata dai cambiamenti ormonali durante i nove mesi di gravidanza, il timore di non essere più desiderata e di non occupare più un posto definito nella coppia, sono cause che insieme possono concorrere a rendere la donna debole e sentirsi sprovvista di qualsiasi strumento per sostenere e sostenersi.

Certo ciò non vuol dire che tutte le neomadri attraversino severamente questa fase; la capacità di fare fronte all’evento “stressante” dipende da altri fattori e proviamo ad elencarne alcuni:

  • Specifici tratti di personalità
  • Relazioni familiari e sociali stabili
  • Rete di supporto esterna

Spesso le donne si chiudono dopo il parto in una solitudine tale da coinvolgere anche il proprio bambino correndo il rischio di porre le basi ad un attaccamento simbiotico.

In una situazione con tali caratteristiche, il rischio di una madre di non sentirsi adeguata e agire inconsapevole delle conseguenze di gesti considerati di accudimento che invece finiscono per diventare tragici, piuttosto che giudicare che cosa si può concretamente fare?

Diamo voce alle esperienze del lettore.

Dott.ssa Immacolata Fummo

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid