La comunicazione della diagnosi: quali emozioni?

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Che cos’è una diagnosi?

La diagnosi è la presenza di una malattia in un individuo; essa esiste perché si osservano dei sintomi che riconducono a quella malattia.

Che cosa accade quando un medico comunica una diagnosi al paziente?

Quali sono le reazioni emotive?

Il tempo che trascorre tra la scoperta di una malattia, il sottoporsi agli esami e l’attesa dei risultati, appare sempre tanto più lungo di quanto spesso non lo sia realmente; i minuti sembrano ore, spesso pochi giorni diventano lunghi mesi.

La percezione del tempo che passa può essere alterata e amplificata dalla preoccupazione legata all’attesa delle risposte.

Vediamo quali reazioni fisiologiche ed emotive possono verificarsi appresa la notizia di una malattia.

Quell’”ansia” di cui spesso parliamo può prendere forma in:

  • Agitazione psicomotoria
  • Insonnia
  • Assenza di appetito o mangiare tanto
  • Difficoltà a concentrarsi e a condurre una vita abitudinaria
  • Mal di stomaco, mal di pancia, mal di testa
  • Irritabilità, pianti improvvisi

Una volta comunicata la diagnosi di malattia possiamo osservare delle fasi che l’individuo attraversa:

  • Estrema paura e smarrimento
  • Accettazione della malattia
  • Il darsi da fare di fronte alla malattia

1) La prima fase è quella più difficile per chi riceve direttamente la notizia e per i propri familiari e spesso può accadere che le persone direttamente interessate non colgano immediatamente le parole del medico e quindi sono proprio i familiari a dover poi spiegare nuovamente al paziente la propria situazione.

In questa fase generalmente si è portati a pensare immediatamente a un epilogo negativo della malattia, senza valutare la possibilità di percorsi di cura.

Questo spesso è un meccanismo difensivo dell’individuo che si chiude nel proprio intimo dolore alla ricerca di privacy.

2) la seconda fase è quella in cui pian piano, grazie all’aiuto dei propri cari e dei medici il paziente inizia a convivere con la propria malattia, prospettandosi possibilità di cura e qualche volta di guarigione.

3) la terza fase è quella delle cure e del prendersi cura del paziente da parte dei propri familiari: accompagnarlo alle visite, seguirlo concretamente nel percorso di cura.

La comunicazione di una diagnosi non è difficile solo per il paziente ma lo è altrettanto per i medici.

C’è chi pensa che si tratti di un lavoro come tutti gli altri e che quindi i pazienti sono tutti uguali.

Non è così.

Anche nei medici possono osservarsi delle fasi legate alla comunicazione della diagnosi ai pazienti e non a caso spesso essi sono formati, nel loro percorso di studio, a fare anche questo.

Nel prossimo articolo tratteremo proprio di questo.

Che cosa accade ai medici quando c’è da comunicare una diagnosi ai propri pazienti?

Dott.ssa Imma Fummo

Psicologa-Psicoterapeuta

APS Newid