Gravidanza: LA DOLCE ATTESA

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La gravidanza è uno degli eventi più importanti, delicati e complessi nella vita non solo di una donna, ma anche della coppia e della famiglia.

È un periodo di grandi cambiamenti, dove la donna sperimenta diversi vissuti psicologici e talvolta anche disturbi psicopatologici.

Con il termine gravidanza si delinea una particolare condizione femminile che va dal momento del concepimento a quello del parto. È caratterizzata:

  • sul piano fisiologico dall’aumento dei processi metabolici come le modificazioni ormonali e la graduale modificazione del proprio corpo per la crescita e lo sviluppo del feto;
  • sul piano psicologico, invece, dall’accentuazione di conflitti, ansie e frustrazioni legate all’evento.
La gravidanza non viene vissuta da tutte le donne allo stesso modo

Per alcune può arrivare al momento giusto, per altre no; oppure dopo tanti tentativi, può avvenire senza un partner, ecc. A seconda del proprio vissuto, possono emergere emozioni positive di gioia o negative come ansia e tristezza.

In gravidanza, i cambiamenti più visibili e che spesso attirano l’attenzione degli altri sono senza dubbio le trasformazioni fisiche. La trasformazione del corpo della donna in corpo di madre occupa così tanto spazio negli occhi e nell’immaginario collettivo che si potrebbe quasi pensare che la gravidanza sia solo questo. Un corpo che prende spazio, un nascituro che occupa spazio fisico, ecc.

In realtà, oltre a questo grande impegno fisico del corpo della donna, durante la gravidanza, la donna vive un periodo critico nel quale avviene prima di tutto una nuova costruzione dell’identità, dove la donna passa da un ruolo di figlia e moglie a quello di madre. tutto ciò implica un importante svolta e riadattamento a questi nuovi compiti e responsabilità.

Ovviamente, non è solo la madre ad affrontare questi cambiamenti, ma anche il papà.

Quest’ultimo è sottoposto ad un cambiamento psicologico dato dalla preparazione per l’arrivo del loro bambino e del nuovo ruolo di genitore. Questo processo, anche se ritenuto naturale, può essere ostacolato dalla presenza di alcuni sintomi ed è facile mettersi in discussione sul piano personale. Possono sorgere dubbi come quello di non essere adatti a questo nuovo ruolo, si può manifestare il senso di un possibile fallimento.

La gravidanza comporta quindi anche una ridefinizione del rapporto di coppia, in quanto sia a livello reale che immaginario, è necessario includere il terzo e questo tende a turbare l’equilibrio familiare.

La nascita di un figlio porta quindi entrambi i genitori a chiedersi se saranno in competenti e adeguati nell’adempiere ai compiti impliciti nel ruolo genitoriale.

Il costrutto di “self-efficacy” (auto-efficienza) si riferisce a quanto i genitori si percepiscono capaci di rappresentarsi e di comportarsi in modo adeguato al piccolo svolgendo con successo i compiti legati al ruolo di genitore.

È risaputo e naturale che ogni futuro genitore, durante l’attesa del bambino, fantastica su di lui, su come sarà, sul nome, il genere, così facendo iniziano a fargli spazio e ci si prepara psicologicamente a quello che avverrà dopo il parto. È il famoso “bambino ideale” fantasticato e atteso durante la gravidanza.

Anche la rappresentazione del genitore si distingue in quella “ideale” e “reale”. L’idea del genitore ideale viene definita in base alle proprie esperienze, alla propria personalità e alla propria famiglia d’origine.

 

Dott.ssa Sabina Colomba Liguori

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid.