Il bullo è debole? Facciamo attenzione anche a chi usa la violenza!

>
blog
Bullo
CONDIVIDI
CONDIVIDI
INVIA TRAMITE MAIL
TWEETTA
INVIA AD UN AMICO

Se per un attimo pensassimo al fenomeno psicosociale del bullismo interrogandoci sulla complessità della relazione tra vittima e carnefice, ci potremmo rendere conto che anche il carnefice ha un suo malessere un suo disagio.
Dalla mia personale esperienza, un gesto aggressivo fatto verso qualcuno, indice di frustrazione, paura, delusione, perdita di controllo, fa stare male. E come si sente allora un bullo?

Psicologia del bullo

Proviamo a immaginare come il bullo si possa sentire, cosa possa pensare, cosa lo porti ad agire in maniera tale da DOVER sopraffare l’altro, la vittima. I bulli sono prima di tutto persone. È possibile riflettere sulle loro fragilità, non certo per puro esercizio, ma per capire che bisogna aiutare anche chi agisce la violenza.
Ecco alcune paure di un bullo:

  1. paura di soffrire
  2. paura di affrontare ciò che sembra impossibile o difficile
  3. paura di non essere considerato
  4. paura di rimanere isolato

Queste paure spesso possono portare il bullo ad agire una crudeltà contro qualcuno che si percepisce come una minaccia. Diventa fondamentale la feroce difesa del proprio territorio e la paura diventa giustificazione delle proprie azioni violente, perché l’altro, nella testa del bullo, sta per togliermi qualcosa che è mio. Mi sta per danneggiare, si sta appropriando di qualcosa, che può essere una parte di sé, una persona, un ruolo, che il bullo si è faticosamente conquistato. La cosa peggiore è che il bullo crede di essere nel giusto e di avere tutte le motivazioni in regola: danneggio perché sono danneggiato.

La famiglia del bullo

Possiamo comprendere meglio cosa accade nella mente di un bullo se pensiamo che ogni bambino, poi ragazzo e adulto che diverrà, vive in un contesto complesso. Uno dei fattori che possono predisporre all’uso della violenza e dell’offesa come modo di gestire le proprie paure e la mancanza di reale stima sta nel modo in cui la famiglia si relaziona ai figli che attuano comportamenti violenti.
Ecco alcune indicazioni utili sulle famiglie:

  1. Le relazioni tra genitori e figli mancano di calore. La persona bulla ha dei vuoti rispetto ad alcuni bisogni fondamentali come il rispetto, la stima, la sicurezza, la comprensione, l’amore, che in famiglia non percepisce o di cui è stato privato.
  2. Una disciplina rigida, l’uso della violenza fisica, verbale e la mancanza di rispetto verso i figli e il proprio partner.
  3. Pressione eccessiva sui bambini per la scuola o altre attività con punizioni nel caso deludano le aspettative.
  4. Stile educativo: il modo in cui i genitori decidono di crescere i figli è una variabile importantissima per il bullismo. La mancanza di reali attenzioni, l’incapacità dei genitori di calarsi nei panni dei propri figli, l’assenza di una visione chiara di quello che i propri figli sono, sono tutti fattori che predispongono il bambino a crescere con un’incapacità di provare empatia.

Per concludere

Certamente: ci sono bulli che si fanno semplicemente e stupidamente trascinare dal gruppo senza ragione e senza criterio. Ma, più spesso, ogni forma di violenza è espressione di un disagio che va raccolto, indagato, ascoltato. Spesso, nel corso di una situazione di violenza, a soffrire sono entrambi: chi subisce la violenza, e chi la agisce.

 

Dott. Nicola Caruso

Psicologo

APS Newid