Cosa comunica il disegno infantile?

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Il disegno infantile molto spesso viene considerato come una porta di accesso al mondo interno del bambino che, a differenza dell’adulto, ha a disposizione (per età) meno canali comunicativi per esprimere ciò che vive e sente. Le figure rappresentate dal bambino nel disegno, rappresentano in qualche modo l’immagine che ha di se stesso, fornendo, quindi, importanti informazioni sul suo carattere e sulla personalità.

Disegnando, infatti, il bambino rappresenta anche i vissuti emotivi che spesso in questa fase di sviluppo non vengono esattamente espressi attraverso il linguaggio. Attraverso il disegno infantile è possibile comprendere diversi aspetti del bambino: il suo livello di autostima, l’organizzazione di sé rispetto alla propria immagine corporea, la rappresentazione e/o le distorsioni dell’immagine di sé, i propri vissuti emotivi, le proprie ansie, la propria percezione delle cose.

E’ possibile evidenziare diversi passaggi o meglio stadi dello sviluppo del disegno infantile che vanno di pari passo allo sviluppo cognitivo del bambino descritto da Piaget

Il primo stadio è quello degli scarabocchi, che accompagnano il bambino dall’esplorazione senso-motoria, dove tutto è potenzialmente una superficie disegnabile, e si prolunga fino alla formazione del pensiero simbolico che arriva intorno ai 3 anni. Cosa possiamo osservare nel bambino che disegna i suoi primi scarabocchi?

  • L’impugnatura, che viene acquisita intorno ai 3 anni,
  • il punto di partenza, che secondo alcune interpretazioni potrebbe indicare una maggiore o minore inibizione nell’affrontare la realtà,
  • lo spazio: quanto ne viene occupato,
  • la pressione che ci comunica la carica vitale e la sua capacità di affrontare gli avvenimenti.

Lo scarabocchio è stato ideato da Winnicott come tecnica di gioco attraverso il quale il terapeuta riesce ad entrare nel mondo interno del bambino e creare quindi un legame con lui.

Il secondo stadio è quello delle forme, che si realizza intorno ai 3 e 4 anni. In questa fase i bambini cominciano ad attribuire il significato di storie ai loro disegni; in questo senso possiamo avere bambini più interessati all’aspetto grafico e altri più interessati alla narrazione. In questo stadio si possono notare le preferenze per alcune forme rispetto ad altre e l’attribuzione di diversi vissuti che verrebbero associati alla prevalenza di alcune linee grafiche rispetto ad altre.

Nel terzo stadio, che corrisponde al periodo pre-operatorio (4-7 anni) viene approfondito e migliorato il disegno della figura umana nella lettura dei quali significati si rimanda al test che presuppone questo compito.

Nel quarto stadio (lo schema visivo), tra i 6 e i 9 anni migliorano le capacità grafiche, e si sviluppano schematismi e simboli; nello stadio successivo (il realismo) il bambino cerca di riprodurre la realtà nel suo disegno.

In conclusione possiamo dire che il disegno infantile è un’immagine e in quanto tale esprime un messaggio, comunica. Tale immagine, proprio perché comunica qualcosa di soggettivo, interno, non ha significato univoco ma si presta ad interpretazioni diverse: il fattore decisivo della sua comprensione non risiede (solo) nel disegno, ma nella mente di chi lo guarda.

Denise Basile

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid