JOKER E BATMAN SONO POI COSI’ DIVERSI?!UN’ANALISI PSICOLOGICA DEL FILM “JOKER”.

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Il Joker è un personaggio nato nei fumetti come nemico di Batman.

Conosciuto per essere dotato di grande intelligenza, un malato senso dell’humor e per la sua risata inquietante. Ma che tipo di personalità possiamo delineare in questo personaggio? L’eroe Batman e l’acerrimo rivale Joker sono davvero poi così diversi?

Per quanto riguarda la personalità di Joker e seguendo la suddivisone freudiana in Es, Io e Super-Iosi potrebbe ipotizzare che il Joker sia dominato pienamente dall’Es: egli ricerca il piacere a tutti i costi.

Il clown è diverso dagli altri criminali che hanno come scopo principale quello di arricchirsi. Il Joker non è interessato né al denaro né al potere, commette crimini per il puro gusto di farlo.

Egli stesso si descrive come un “agente del caos” che semina terrore per la città di Gotham solo per suo diletto.

Sembra essere un avversario senza punti deboli, forse proprio perché – seguendo soltanto il piacere – non ha un vero e proprio scopo: è l’essenza dell’anarchia psichica.

Joker è stato studiato e analizzato da numerosi psicologi e studiosi: di che patologia soffre? Perché è così folle? È cattivo o malato? Crudele criminale, o psicopatico incapace di intendere e volere? Cosa si cela dietro quel sorriso? E soprattutto perché qualcuno dovrebbe seguirlo?

L’ultimo film che ha provato a raccontare il Joker è l’omonima pellicola girata da Todd Phillips, uscita recentemente nei cinema italiani e molto discussa sui media.

Ma Batman potrebbe esistere se non esistesse Joker? E Joker, potrebbe esistere senza Batman? Di fatto i due personaggi sono due rappresentazioni diverse di elaborazioni psicologiche di traumi infantili.

La loro storia è estremamente intrecciata: senza Batman, Joker diventa annoiato e spento.

Entrambe possono essere considerate maschere, quelle di Joker e quella di Batman, che in qualche modo coprono, nascondono e proteggono qualcosa di molto più intimo e profondo. Si potrebbe dire che quelle maschere sono veri e propri protettori che permettono al piccolo bambino di non sentire il dolore che lo tormenta.

Entrambi nascondono il loro volto, agiscono in modo teatrale (il bat-segnale non passa proprio inosservato); entrambi hanno sofferto in particolare di un trauma: quello dell’abbandono.

L’unica cosa che rende opposte le due storie è la realizzazione professionale: da un lato un ricco erede; dall’altro un ex-comico fallito. Potremmo dire che forse i soldi, la condizione economico-sociale dei due personaggi può aver aiutato o almeno influenzato l’elaborazione dei traumi? Forse, o forse ha ragione Joker?:

“Ho dimostrato la mia teoria. Ho provato che non c’è nessuna differenza tra me e gli altri! Basta una brutta giornata per ridurre alla follia l’uomo più assennato del pianeta. Ecco tutta la distanza che c’è tra me e il mondo. Una brutta giornata”

I traumi, piccoli o grandi che siano, ci influenzano. Hanno impatti diversi in ognuno di noi, ma ci influenzano, stravolgono le nostre priorità, il nostro modo di vedere il mondo. Batman combatte cercando di far evolvere in positivo la rabbia e l’oscurità che la morte dei suoi genitori ha creato in lui. Ma il giovane Bruce ha il noto maggiordomo Alfred che lo aiuta o lo sostiene. Joker chi ha? Viene abbandonato da tutti. Non ha nessuno. È solo. E nella solitudine cresce la sua follia.

Nel nuovo film, Arthur Fleck (Joker) cerca di combattere contro il suo malessere, non vuole stare male e vorrebbe davvero fare qualcosa di positivo dimostrando così di non essere completamente perduto, di poter ancora recuperare: ma nessuno è intenzionato ad aiutarlo, la società e tutte le persone vicine lo abbandonano alle sue sofferenze.

La sua follia in effetti è orientata a sentirsi meno solo: cerca persone come lui, cerca di far diventare gli altri come lui per sentirsi meno solo.

Ecco allora che tanti Joker possono crescere nella società: imprevedibili, solitari, dietro gli schermi di uno smartphone, che cambiano idea alla velocità di un clic; giovani, professionisti, politici, tutti alla ricerca di like, di condivisioni, per sentirsi meno soli, per sentirsi più simili agli altri.

Abbiamo tutti dei potenziali Joker e Batman dentro di noi. Vivere significa scegliere chi vogliamo essere: lasciarci andare al dolore fino alla follia, oppure combattere per essere una persona migliore in un mondo migliore?

 

Per tutta la vita non ho mai saputo se esistevo veramente, ma esisto. E le persone iniziano a notarlo

Arthur Fleck.

 

Trailer in italiano del film https://www.youtube.com/watch?v=o7nkJDjuSp4

Dott.ssa Piera Boscaino

Psicologa – Psicoterapeuta

ASP Newid