LA DISLESSIA

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Dopo aver parlato in generale dei Disturbi Specifici Dell’apprendimento nell’articolo precedente, ora, e nei successivi articoli, analizzeremo ogni singolo disturbo.
Iniziamo con la dislessia. Con esso si intende il Disturbo Specifico della lettura ed è legato alla difficoltà nel tradurre i segni dello scritto nelle parole che ad essi corrispondono, include anche la velocità, lafluenza della lettura e le difficoltà nella comprensione del testo. Fenomenologicamente la dislessia si manifesta con un deficit del processo percettivo dell’informazione visiva, infatti il dislessico:

  • Confonde le consonanti simili tra loro nel suono, es: la f con la v, la p con la q, la b con la d, la n con la m;
  • Inverte le posizioni delle lettere come in uno specchio la/al, il/li;
  • Ha una percezione delle parole sovrapposte o in movimento;
  • Possiede una ridotta abilità di focalizzazione su singoli elementi.

È importante sempre sottolineare che la dislessia, come tutti i DSA, non ha niente a che vedere con l’intelligenza (spesso vi è un QI superiore alla media), né tantomeno con la pigrizia. Al mondo, infatti, esistono numerosi casi di “dislessici illustri” come: Tom Cruise, Cher, Leonardo Da vinci, Picasso, Walt Disney, per non parlare poi di Isaac Newton, Albert Eintein. Quindi “Cari genitori potete stare tranquilli
Quand’è possibile parlare di dislessia, cioè di una vera e propria diagnosi dislessica?
Sembra che la dislessia sia molto diffusa (3-5 bambini ogni 100 della popolazione scolastica in età d’obbligo) senza distinzione di confini, classi sociali, etnie, perfino in chi usa linguaggi logografici (es. cinese e giapponese). In Italia colpisce circa il 3% dei bambini in età scolare.
Di solito è l’insegnante o il genitore che segue il bambino ha notare delle difficoltà in lui e nel momento in cui si sospetta di trovarsi un dislessico è importante che venga fatta in breve tempo una valutazione diagnostica da esperti come lo psicologo e/o il neuropsichiatra infantile.
Si parla di diagnosi di dislessia quando le capacità di scrittura o abilità nell’aritmetica del bambino sono troppo indietro rispetto a quello che l’età e il quoziente intellettivo potrebbero far supporre. Questa definizione non tiene però conto del fatto che ogni bambino ha una tabella di marcia diversa per apprendere e trova modi, strategie e espedienti suoi per farlo.

Come affrontare la dislessia?

Un primo strumento essenziale per chi ne è affetto è indubbiamente la capacità di comprendere il funzionamento dei propri processi mentali esercitando un controllo su di essi; infatti sono tante le ricerche che mostrano l’importanza fondamentale degli aspetti metacognitivi e dell’approccio autoregolato. Grazie ad essi lo studente impara a pianificare e organizzare le attività da svolgere. Inoltre, da un punto di vista didattico lo studente con dislessia ha a disposizione delle misure dispensative e compensative (strumenti) che lo aiutano a compensare le difficoltà.

Colomba Liguori
Psicologa e Psicoterapeuta
Associazione NEWID