La sindrome del nido vuoto: quando i figli vanno via di casa

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La sindrome del nido vuoto si può definire come l’insieme di pensieri e sentimenti negativi e nostalgici provati dai genitori quando i figli vanno via di casa. Il nido familiare è come il nido degli uccelli. Quando i piccoli imparano a volare, volano via ed i genitori devono fare i conti con il vuoto creato dall’assenza dei figli.

 “I vostri figli non sono i vostri figli. Essi sono i figli e le figlie della smania della Vita per sè stessa. 

Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benchè stiano con voi, tuttavia non vi appartengono.

Voi potete sforzarvi di essere come loro, ma non cercate di renderli simili a voi.

Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi.”

Kahlil Gibran

 

Per i genitori, accompagnare i figli alla fase del trampolino di lancio, cioè l’uscita di casa, rappresenta uno dei compiti evolutivi più importante e più complesso. I ragazzi prendono il volo e lasciano il nido familiare.

Nonostante sia un processo che fa parte del normale ciclo di vita, tale separazione scatena nei genitori, in particolare nelle madri, stati d’animo ed emozioni negative.

La sindrome del nido vuoto è caratterizzate:

  • tristezza
  • sensazione di incertezza
  • perdita del senso della vita
  • solitudine
  • sensi di colpa
  • depressione
  • insonnia
  • irritabilità
  • ansia

Provare questi sentimenti per un periodo di tempo passeggero è normale, il problema insorge quando queste sensazioni si protraggono e si solidificano nel tempo, quando il genitore non riesce ad adattarsi alla nuova situazione familiare.

Ciò non significa che i genitori non siano felici che i figli diventano indipendenti  ma  è semplicemente difficile per loro dover affrontare una casa vuota oltre a tutti i cambiamenti della routine giornaliera.

Come affrontare la sindrome del nido vuoto

Quando i figli vanno via di casa un genitore non deve assolutamente pensare che la loro relazione sia finita, ma semplicemente si sviluppa in modo diverso. Bisogna costruirla e coltivarla di continuo, affinché continui a crescere.

  • Preparasi alla partenza: se i figli hanno intenzione di partire il prossimo anno, assicurarsi che sappiano bene come avere cura di sé. Se decidono di partire all’improvviso, non andare in panico. Accettare la realtà ed essere entusiasti per loro, offrendo il supporto necessario quando ne hanno bisogno. Comprendere in anticipo tutti i modi che hai per comunicare con loro, in quanto tenersi in contatto regolarmente è vitale.

 

  • Cambiare prospettiva: anziché concentrarsi sugli aspetti negativi, cercare quelli positivi. Provare per esempio a pensare al benessere dei figli, ai progressi fatti e agli obiettivi raggiunti.

 

  • Rafforzate la relazione con il/la compagno/a: E’ il momento in cui la coppia coniugale deve esser posta nuovamente al centro della scena. L’uno rappresenta la forza dell’altro. Bisogna fortificare la coppia con quelle attività che avevate sempre rimandato, riscoprendovi e ricominciando a fare cose insieme. Passioni e desideri comuni vanno riattivati e vissuti.

 

  • Esprimere i propri sentimenti:  aprirsi con le persone che amiamo può aiutarci a superare ogni difficoltà. Dire ad alta voce emozioni e paure può aiutarci a gestirle meglio.

 

  • Ricominciare una nuova routine: in assenza dei figli è dunque un compito che vale la pena fare con allegria, senza provare tristezza o nostalgia. All’inizio sarà sicuramente difficile, ma si può pensare che i genitori stessi sono stati, ai loro tempi, quei figli che lasciarono la casa materna andando a vivere da soli.

 

  • Prendersi cura di sé stessi: realizzare le cose che ci rendono felici e fare tutto ciò che è stato posticipiamo a causa delle esigenze di tutti i giorni. È un aiuto sia per distrarsi ma anche per capire che la vita va avanti.

 

Per affrontare tale cambiamento è importante sapere che, in moltissimi casi, le relazioni con i figli migliorano. Lasciare casa favorisca una comunicazione migliore rispetto a prima, rendersi indipendenti e adulti fa comprendere ed empatizzare meglio i figli con i genitori.

Qualora tutti questi suggerimenti non siano sufficienti, bisogna fare un passo in più, accettare l’aiuto di qualcuno. Accorgersi di non riuscire a riprendersi e ti sentirsi svuotati, triste o incapace di tornare alla propria vita dopo che i figli hanno lasciato casa, è importante chiedere aiuto.

Dott.ssa Gabriella De Simone

Psicologa-Psicoterapeuta

APS Newid