A CHI VUOI PIU’ BENE, A MAMMA O A PAPA’? Separazioni, divorzi e bambini divisi…

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“Ma tu a chi vuoi più bene, a mamma o a papà?”, i bambini si sentono spesso rivolgere questa domanda da conoscenti, insegnanti o da uno o entrambi i genitori. E’ una domanda complessa di fronte alla quale molti di loro rispondono con il silenzio. In quel silenzio si può leggere tutta l’ansia e la preoccupazione che accompagna il pensiero del bambino “se rispondo <<mamma>>, papà potrà dispiacersi (o viceversa)”. Tale domanda diventa ancor più rischiosa quando viene postaal bambino, non sempre in maniera chiara e diretta, in quelle situazioni in cui è presente una forte conflittualità tra i genitori e ancor più nei casi di separazione o divorzio.
Ivan Boszormenyi-Nagy, famoso psichiatra e psicoterapeuta d’origine ungherese, descrive con precisione le dinamiche relazionali disfunzionali presenti in alcune famiglie e pone al centro della sua teorizzazione la questione della “lealtà” ed in particolare della “lealtà filiale”, la riserva di fiducia posseduta dal bambino nei confronti dei genitori, derivante dall’eredità del legame intergenerazionale. E’ il debito della nascita che ogni figlio porta con sè, il debito derivante dall’essere stati messi al mondo da una coppia alla quale si “deve” essere leali.
Nei casi di separazione o divorzio e in tutte quelle situazioni in cui nella coppia coniugale e genitoriale c’è una forte conflittualità, il bambino sente la propria lealtà filiale divisa. Egli, anche in tenera età, percepisce la sfiducia reciproca che i genitori esprimono e sente di poter offrire lealtà a uno dei due soltanto a prezzo della lealtà verso l’altro. La lealtà del bambino è “divisa” e, in tutti questi casi, numerosi e variegati possono essere i segnali dell’angoscia che lo attraversano:difficoltà scolastiche, disturbi del sonno, rabbia apparentemente immotivata, aggressività, tristezza e così via.
E’ importante per i genitori riuscire a non trascinare il figlio nella guerra contro il coniuge, provando a non sottovalutare i segni della sofferenza del bambino.
Rivolgersi ad un professionista può essere in molti casi indispensabile!
“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”.

Antoine De Saint Exupéry

 

Dott.ssa Federica Visone
Psicologa-Psicoterapeuta
APS Newid