C’era una volta un bambino pronto ad iniziare la scuola…

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A chi non è mai capitato, magari passeggiando per caso fuori una scuola materna, di sentire pianti disperati e altrettanti tentativi delle maestre di placarli?!

Spesso l’ingresso alla scuola dell’infanzia rappresenta un momento tragico per bambini e genitori, un’esperienza nuova dinanzi a ciò che non si conosce, che preoccupa mamme e papà spesso tanto da anticipare la propria eccessiva preoccupazione ai giorni antecedenti l’inizio.

“Già so che piangerà e che si dispererà”; “Maestra forse è preferibile metterlo in classe con l’amichetto che frequenta a casa o con il cuginetto, magari la prende meglio”. Queste è tante altre affermazioni, non sono inusuali.

Ma che cosa rappresenta veramente il primo ingresso a scuola e in che modo genitori e bambini possono prepararsi ad affrontarlo?

L’ingresso alla scuola materna rappresenta la prima reale esperienza di separazione dalla famiglia a partire dalla quale il bambino dovrà sperimentare la fiducia di un nuovo ambiente fisico, di nuove figure di riferimento e con cui passerà parte della giornata.

Rappresenta altresì una “palestra”, un buon allenamento della relazione madre-figlio altalenante tra l’essere arrabbiato del suo allontanamento e il fidarsi del suo ritorno.

Anche per i genitori non è semplice; spesso il naturale processo di separazione è vissuto come un tragico distacco accompagnato da un profondo senso di colpa.

Come aiutare genitori e bambini ad affrontare questo momento?

La psicanalista e psicoterapeuta Margareth Mahler, parlava della teoria dell’attaccamento: quando un bambino fa esperienza di un genitore presente sia fisicamente che psicologicamente (psicologicamente nel senso di sentirsi rassicurato nonostante la sua assenza fisica), sarà capace di affrontare l’esperienza della separazione più facilmente, sicuro che la figura di attaccamento sarà presente quando ne avrà bisogno. Nel periodo di costruzione di tale fiducia nel ritorno della madre, in qualsiasi esperienza di separazione è necessario dare al bambino il tempo di cui necessita e osservarne il comportamento. Ecco come agire al meglio:

  • La prima cosa da fare è non mentire al bambino: mamme e papà, le bugie hanno le gambe corte! Non diciamo al bambino di stare lì fuori la porta a guardarlo piuttosto che tornare ad un orario preciso se tutto ciò non è vero!
  • Sarebbe bene pazientare i primi giorni di scuola, realmente attendendo un tempo, magari concordato con le insegnanti, in attesa che il bambino familiarizzi con l’ambiente; il genitore rappresenta il “porto sicuro” al quale poter tornare in caso di tempesta di pianto!
  • Non andate mai via senza salutarlo! Il rischio è che un ordinario momento di separazione sia vissuto come un tragico abbandono. I bambini hanno bisogno di contenimento fisico, di contatto visivo, di coccole e carezze; “gli abbracci veri stringono anche dopo. Ne trovi i segni dappertutto in fondo all’anima”, A. De Pascalis
  • È importante raccontare al bambino come si svolgerà la propria giornata, rassicurandolo che la mamma o il papà nel tempo in cui lui sarà a scuola, si occuperanno di cose altrettanto importanti e che torneranno ad un orario preciso, che dovrà essere quello!
  • Ogni bambino ha i suoi tempi, non paragoniamolo all’amichetto che entra entusiasta e sorridente il primo giorno di scuola!
  • Quando si rientra a prenderlo, diciamo al bambino che siamo orgogliosi della sua nuova esperienza e del suo coraggio ad averla affrontata! Chiediamogli di raccontarci come si è sentito, cosa lo ha divertito ma anche cosa lo ha rattristito e preoccupato!

Passeranno i giorni e l’esperienza della separazione assumerà la forma di una sensazionale scoperta del nuovo: “stampo un bacio alla mia mamma, batto il 5 con papà e alla fine eccomi qua! Con gli amici scappo via, questa scuola è tutta mia!”

Dott.ssa Immacolata Fummo

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid