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Colloquio di lavoro: come gestire l’ansia?

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Tremori, salivazione a zero, eccesso di sudore, mille dubbi e paura di non farcela? Questi sono alcuni dei tipici segnali dell’ansia da prestazione che possono presentarsi quando hai un colloquio di lavoro.

Il primo colloquio per un giovane che si affaccia sul mondo del lavoro può diventare fonte di grande ansia, nonostante sia soltanto un colloquio a cui nella vita ne seguiranno altri magari anche più impegnativi e/o importanti.

L’ansia può essere ben al di sopra di quella fisiologica e può esser capace di alterare la prova stessa. Ma come mai? Innanzitutto è un’iniziazione verso il mondo adulto, il primo vero esame al di fuori dal grembo scolastico nel quale, per la prima volta, il riconoscimento del proprio valore viene sancito dal raggiungere una posizione lavorativa e dal compenso economico. Il contesto è neutro, non accogliente, e ciò atterrisce chi teme l’autorità, che in questo caso è uno sconosciuto che non farà sconti.

In un colloquio lavorativo ha importanza sia il giudizio dell’esaminatore ma anche quello proprio e dei familiari che può spingere chi va all’incontro ad un eccessivo investimento, come se fosse la prova della vita.

Non c’è nulla di sbagliato a voler fare una buona impressione per soddisfare le proprie ambizioni professionali e un po’ di paura, prima di una tappa importante della propria vita, può anche aiutare a rendere meglio; importante è controllare e incanalare in una prospettiva positiva l’ansia da prestazione per evitare il sopraggiungere di sintomi difficili da controllare.

Ma quali sono i sintomi più comuni che si riscontrano in tali circostanze?

  • Insonnia
  • Irritabilità
  • Gestualità nervosa
  • Perdita di spontaneità
  • Difficoltà di concentrazione
  • Cefalea
  • Problemi digestivi
  • Eccesso di sudorazione.
  • Eritrofobia (paura di arrossire)
  • Tremori e tensione muscolare
  • Respiro contratto
  • Accentuazione di tic o di balbuzie (se ci sono)

Ovviamente non è detto che siano presenti tutti i sintomi sopracitati ma, di certo, ciò che percepisce il candidato è un malessere generale.

In un colloquio di lavoro, oltre alle capacità tecniche e alle certificazioni ottenute, l’esito si baserà anche sull’equilibrio psichico e sull’autocontrollo dimostrati, nonché su un’immagine di sé affidabile e gradevole.

Come puoi, quindi, placare questa ansia e gestire al meglio il colloquio di lavoro?

  1. Non è un esame, ma un colloquio: è un incontro a due, dove anche il lavoro che ti viene proposto deve andare bene te, anche tu devi giudicare e valutare.
  2. Non condividere con molte persone la data del colloquio, così dovrai gestire solo la tua ansia e non quella degli altri, che costituisce spesso la maggior parte della tua preoccupazione.
  3. Non strafare nella preparazione, dentro e fuori. Vestiti comodo, elegante ma sobrio.
  4. Prenditi cura di te: vai a dormire presto e svegliati con largo anticipo, fai una buona e abbondante colazione e parti per tempo. Possono sembrare consigli banali, ma il riposo e la gestione del tempo, sono un ottimo metodo per tenere sotto controllo l’ansia. Ti aiuterà a gestire eventuali imprevisti: mezzi pubblici in ritardo, imboccare una strada sbagliata, navigatore rotto.
  5. Liberati da distrazioni: se puoi, prenditi un giorno di libertà, cancella tutti gli impegni; il tuo obiettivo è avere la mente sgombra.
  6. Preparati sull’organizzazione: studiare bene l’organizzazione, visitare il suo sito internet e leggere quante più informazioni potete sui progetti è un buon ansiolitico. Questo atteggiamento ti permetterà di fare bella figura e in termini di controllo dell’ansia, ti aiuterà a visualizzare il tuo interlocutore prima che l’intervista abbia inizio. La nostra mente tende a temere l’ignoto e l’incertezza ci spaventa. Per questo motivo, cerchiamo di raccogliere quante più informazioni possibili.
  7. Non preparare un canovaccio: un colloquio di lavoro, non è un’interrogazione e arrivare preparati all’intervista non significa imparare una lezione a memoria, anzi, ciò non farà altro che aumentare la tua agitazione. Anche se non è semplice, prova a rilassarti e pensa solamente a rispondere alle domande dell’intervistatore. Prenditi qualche secondo di tempo primo di rispondere, non c’è fretta.
  8. Controlla la respirazione: se ti senti invadere dal panico, prenditi un momento e controlla il tuo respiro. Prova a spostare la respirazione a livello diaframmatico e cerca di rilassare i muscoli dell’addome. Inspirando dal naso ed espirando dalla bocca per circa tre volte riacquisterai la calma e i nervi saldi che ti servono per affrontare il tuo colloquio.
  9. Poni delle domande: un atteggiamento attivo durante il colloquio permette di stabilire una relazione paritaria, rompendo lo schema della valutazione e interrompendo la spiacevole sensazione di essere esaminati.

Questi possono essere dei piccoli suggerimenti da seguire ma, indipendentemente dall’esito, pensa che ogni colloquio è un’esperienza, un mattoncino che ti aiuterà in quello successivo. Torna a casa e fai mente locale, ripensa alle risposte che hai dato e alle tue sensazioni. Qualora l’esito fosse negativo, pensa che non dipende necessariamente da te, non pensare che non sei all’altezza, nè che hai fatto una brutta impressione! Pensa che le variabili di successo e di insuccesso sono tante e che ogni opportunità di lavoro coinvolge diversi candidati.

Gabriella De Simone

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid

Gabriella De Simone
Gabriella De Simone

Il mio percorso inizia a Napoli, dove mi sono laureata e specializzata. Ho lavorato presso il Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università Federico II di Napoli per tanti anni, per poi emigrare prima in Polonia e dopo a Milano. Esperienze che mi hanno fortificato ma allo stesso tempo fatto comprende sempre di più l’importanza di poter svolgere dei percorsi psicologici anche online. Sono psicologa clinica presso un Centro di Emodialisi, dove accompagno i pazienti dializzati attraverso supporto psicologico.

Negli anni mi sono specializzata principalmente in:

  • Difficoltà legate al corpo e all’alimentazione, nonché Disturbi del Comportamento Alimentare (anoressia, obesità, bulimia, ecc)
  • Prevenzione di violenze e discriminazioni legate all’orientamento sessuale (omofobia) e al genere (transfobia e violenza sulle donne).
  • Terapia di coppia e familiare
  • Questioni legate all’area LGBTQ
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