I giovani e le scelte per il futuro
Cosa voglio fare da grande? Questa domanda, se rivolta ai bambini, trova facile risposta: “voglio essere un pompiere”, “sarò un calciatore”, “voglio fare l’astronauta”, “voglio diventare una ballerina”, “voglio fare la maestra”, ecc. Nei desideri dei bambini sono racchiuse le passioni e gli interessi propri della loro età, che nascono dalle storie, dai cartoni animati, dai giochi o dalle professioni dei propri genitori o altri parenti vicini, in generale dalle loro esperienze quotidiane.
Ma cosa accade se questa stessa domanda la rivolgiamo ad un giovane di 17-18 anni? Non sempre, in questo caso, avremo una risposta immediata. Ci troviamo, infatti, in un’età complicata, alla soglia di un passaggio, quello della famosa “maggiore” età, in cui si è alle prese con le scelte per il futuro.
Terminata la scuola superiore, ogni ragazzo/a si trova dinanzi alla fatidica domanda che potremmo sintetizzare in un “e adesso che faccio?”. Quesito che gli viene posto da tutti quelli che lo circondano e che anche lui inizia a porre a se stesso. Così come ci sono giovani con le idee chiare e con progetti precisi, ce ne sono molti altri che non sanno assolutamente che direzione prendere. Paure e incertezze si affollano nella mente dei ragazzi e, nei più fragili, generano difficoltà e malessere.
Quali sono le difficoltà e le paure più diffuse?
- Innanzitutto, si teme di fare la scelta “sbagliata”. Questa paura è connessa anche alla logica propria della nostra società che impone di “non perdere tempo”. Pensare di potersi, invece, prendere il tempo necessario per sperimentare diverse strade e scegliere poi la migliore per sé, non è un’opzione contemplata. Una scelta affrettata, lo sappiamo bene, può condurre più facilmente in errore.
- La paura di deludere le aspettative. Sebbene le scelte per il futuro sono (o dovrebbero essere) esclusivamente soggettive, le cose non stanno proprio così. Ad inserirsi nei pensieri che ruotano attorno a questa difficile decisione, ci sono: i mandati familiari, le aspettative dei genitori, il confronto con i fratelli o cugini o altri coetanei della famiglia. Spesso la scelta sbagliata del punto 1. è connessa anche alla spinta di tutti questi fattori che allontano il giovane dai propri desideri.
- La sensazione di sentirsi non sufficientemente capaci di raggiungere i propri obiettivi. Questa è una delle “malattie” più frequenti del nostro tempo e diffuse in particolare nei giovani: l’insicurezza. La difficoltà nel riconoscere le proprie capacità, il sentirsi sempre meno degli altri, la tendenza a sminuire o non considerare affatto i propri successi, sono tutti elementi che ostacolano scelte e decisioni da prendere serenamente.
- Il peso di sentirsi dipendenti economicamente dalle famiglie. Sono molti i ragazzi che scelgono di non frequentare l’Università, ad esempio, esclusivamente per non sentirsi ancora dipendenti dal supporto, in particolare economico, dei genitori. Così si affacciano, a volte troppo frettolosamente, al mondo del lavoro rinunciando ad altre aspirazioni o rinviandole ad un tempo futuro.
- La difficoltà nel comprendere i propri desideri e passioni. E’ generalizzato e ampiamente diffuso, tra i giovani del nostro tempo, un senso di spaesamento e confusione nei confronti di se stessi. Le difficoltà nel prendere decisioni anche a breve termine o fare scelte per il proprio futuro sono spesso legate ad una scarsa consapevolezza e conoscenza di sé. Molti non riescono a riconoscere i propri desideri, spesso confusi con i bisogni, o faticano a rintracciare le proprie passioni, attitudini o inclinazioni personali.
Cosa può aiutare i ragazzi a districarsi dalla matassa in cui si trovano in questo complesso momento di passaggio della loro vita?
- Certamente è importante che essi sentano intorno a sé un ambiente supportivo e non giudicante. Le famiglie, i parenti e gli amici rappresentano elementi essenziali con i quali i giovani devono sentirsi liberi di potersi esprimere e confrontare.
- Provare, già negli anni della scuola superiore, a sperimentarsi in differenti contesti ed esperienze (pensiamo ad esempio al volontariato, attività sportive, iniziative culturali, ecc) che gli consentano di conoscere nuove realtà e confrontarsi con diversi coetanei. Partecipare con curiosità e attivamente alle iniziative per l’orientamento promosse dalla scuola (dove previsto).
- Prendersi il tempo necessario per comprendere qual è la strada migliore per sé. Un tempo non di stasi ma di movimento e di ricerca. E’, inoltre, importante anche darsi la possibilità di cambiare idea, tornare sui propri passi, provare nuove strade, senza che questo sia vissuto come un fallimento.
- Aprirsi al dialogo e alla riflessione su se stessi, con l’aiuto di un esperto (come uno psicologo o un terapeuta), può rappresentare un supporto essenziale quando ci si sente persi e confusi o quando (come spesso accade) si sviluppano sensazioni di ansia generalizzata, tristezza e angoscia, o senso di colpa. Chiedere aiuto è sempre sinonimo di forza!
Scegliere non è mai facile, soprattutto quando si sente che la scelta è “definitiva”. E’ quel che sperimentano molti giovani in uno dei più importanti periodi di cambiamento nella loro crescita. Ma la vita riserva sempre moltissime occasioni in cui potersi reinventare. L’importante è non perdere mai di vista se stessi e la propria felicità!