Dai Moti di Stonewall al Pride Month

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Storia di una liberazione

I moti di Stonewall sono simbolicamente considerati il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo.

Nella notte tra il 27 e il 28 Giugno 1969 i clienti del locale gay newyorchese “Stonewall Inn” reagirono e respinsero una delle retate della polizia, molto comuni all’epoca, durante le quali venivano arrestate tutte le persone trovate senza documenti o vestite con indumenti del “sesso opposto”.

Quella notte, però, all’interno del locale si trovava anche l’attivista Sylvia Rivera che reagì all’aggressione degli agenti scagliando una bottiglia contro il muro e avviando una vera e propria ribellione delle persone presenti che si riversarono per strada, costringendo gli agenti a rintanarsi all’interno del locale.

Per questo motivo si annovera il 28 Giugno come giornata dell’orgoglio LGBT+ e con il tempo l’intero mese di Giugno ha iniziato ad essere riconosciuto come il mese del Pride.

Trascorso circa un mese da quella notte di ribellione, venne fondato il “Gay Liberation Front” che organizzò, l’anno seguente, quello che è oggi consideriamo il primo gay pride della storia: una marcia che partì dal Greenwich Village e terminò al Central Park.

E in Italia?

Nel 1971 fu fondata, dal libraio Angelo Pezzana, una delle prime associazioni per la liberazione omosessuale, l’associazione F.U.O.R.I. (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). L’associazione acquisì visibilità solo l’anno successivo, il 5 Aprile del 1972, in seguito ad un convegno organizzato all’interno del teatro di Sanremo, durante il quale si riunì il Centro Italiano di Sessuologia per affrontare vari temi tra cui “L’omosessualità e le terapie riparative per curarla”. In risposta a questo evento, la mattina successiva, partì una protesta nel giardino antistante il teatro, guidata proprio da Angelo Pezzana che riuscì a coinvolgere finalmente i media in un argomento considerato fino a quel momento un tabù.

Si devono aspettare ancora un po’ di anni, però, prima di registrare alcune manifestazioni per i diritti LGBT+ in Italia; ma è importante ricordarne una che segnò l’inizio di mobilitazioni che ad oggi potremmo considerare antenate dell’odierno Pride: la marcia contro la violenza subita dalle persone LGBT+ che si tenne a Pisa il 24 Novembre del 1979 e fu autorizzata, per la prima volta nella storia, sia dal Sindaco che dalla Questura.

I primi movimenti LGBT+ italiani incontrarono non pochi ostacoli.

Dalla fine del secolo precedente, ma soprattutto negli anni ’50 e ’60 le persone omosessuali erano sottoposte ad interventi riparativi e terapie di conversione con somministrazione di droghe che inducevano vomito e utilizzo di elettroshock e lobotomia, terapie durante le quali venivano mostrare ai “pazienti” immagini di persone dello stesso sesso in modo da indurle ad associare l’attrazione verso di esse ad uno stato di sofferenza e malessere.

Dai moti di Stonewall del ’69, iniziarono a mobilitarsi gruppi di attivisti che si battevano per l’eliminazione dell’omosessualità dai comportamenti devianti e finalmente arrivò una prima importante vittoria il 17 Maggio del 1990. Si tratta della data in cui l’omosessualità fu depennata dall’elenco delle malattie mentali presente all’interno del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentale) in seguito alla definizione da parte dell’OMS dell’omosessualità come “variante naturale del comportamento umano”. Oggi la data del17 Maggio è diventata la Giornata Internazionale del Contrasto all’OmoBiLesboTransfobia ed è celebrata in tutto il mondo.