Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Che cosa sono?

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Negli ultimi tempi nei contesti scolastici si parla sempre più dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, o semplicemente DSA. Che cosa sono? Perché mettono così paura ai genitori?
Prima di tutto occorre dire che riguardano delle difficoltà legate non all’intero processo di apprendimento, ma solo a delle specifiche abilità.
Essi, in particolare, appartengono ai disturbi del neurosviluppo e riguardano abilità scolastiche come:

  1. Dislessia: cioè disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo)
  2. Disortografia: cioè disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica)
  3. Disgrafia: cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria)
  4. Discalculia: cioè disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare con i numeri)

Purtroppo, la conoscenza in merito a questo argomento è ancora carente, tanto che, spesso problematiche legate ai DSA come difficoltà e lentezza nell’apprendimento, non vengono subito riconosciute, ma sono scambiati con svogliatezza e poca voglia di studiare da parte del bambino.
Al di là della loro intelligenza, tutti questi bambini sono accumunati da una grande voglia di imparare ma allo stesso tempo dall’enorme difficoltà che incontrano nel farlo. Ciò suscita in loro vissuti negativi, sentimenti di ansia, frustrazione, rabbia, bassa autostima che rendono ancor più difficile il loro percorso non solo scolastico ma di conoscenza in generale.
Molto spesso infatti capita che i bambini con DSA tendano a diventare demotivati, disinteressati e a mettere in atto comportamenti di evitamento nei confronti dei compiti scolastici, per sottrarsi alla frustrazione e all’insuccesso atteso. Nei casi più estremi si può anche arrivare alla fobia scolare.

Per evitare questo è importante che quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino con tali difficoltà, venga fatta al più presto una valutazione diagnostica che permetta di capire cosa sta succedendo. È importante, allo stesso tempo sostenere il bambino e mettere in evidenza le sue risorse piuttosto che le sue difficoltà.

Dott.ssa Sabina Colomba Liguori

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid