In pochi anni la festa di Halloween, da sempre conosciuta e celebrata nei paesi anglosassoni, è diventata un momento di festa anche qui in Italia.
In questo periodo, zucche arancioni, scheletri e fantasmi popolano ogni angolo delle nostre città e i bimbi di ogni età si divertono a mascherarsi per spaventare tutti quelli che incontrano. Per questi motivi, può essere interessante domandarci il significato di questa ricorrenza, anche da un punto di vista psicologico.
Culturalmente, questa festa ha radici lontane, risalendo addirittura al capodanno celtico, che celebrava il passaggio tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, e dunque l’ultimo raccolto. I celti pensavano che in questo periodo dell’anno si assottigliasse la distanza tra regno dei vivi e regno dei morti e che quindi le persone scomparse potessero tornare per dialogare con i cari da cui si erano separati.
Molteplici sono i riferimenti che, nelle diverse culture, ritroviamo in merito a questa ricorrenza; in Europa, il legame con il giorno di Ognissanti si deve sicuramente ai romani, che hanno istituito la festa dei morti, e poi ai cristiani, che hanno dato vita a Ognissanti (Halloween significa “All hallow’s eve“, che in inglese antico è esattamente la vigilia di Ognissanti).
Tutti sappiamo quanto il tema della morte possa essere spaventoso, e difatti questa festa è per eccellenza la celebrazione della paura: tutti i simboli di Halloween richiamano alla mente personaggi inquietanti. Streghe, fantasmi, scheletri, vampiri, ecc. sono elementi spaventosi, che si trasformano in questa occasione in qualcosa di divertente (ricordate che la frase tipica di Halloween è “Dolcetto o scherzetto?!”?).
Gli elementi caratteristici di questa ricorrenza ci danno, quindi, la possibilità di esorcizzare le nostre paure, a partire dalla più antica di tutte: la morte. La nostra cultura considera il tema della morte quasi un tabù e attraverso il filtro “scherzoso” di questa festa abbiamo quindi la possibilità di accedervi, rendendola innocua. I riti collettivi legati a questa celebrazione, le maschere, i dolci diventano infatti degli strumenti, dei filtri, che ci permettono di avvicinarci in modo meno drammatico a ciò che temiamo.
La forte ambivalenza della festa di Halloween si gioca proprio nel confine tra vita e morte, tra divertimento ed angoscia. Ma paura e divertimento rappresentano le due opposte polarità della vita e della morte, con le quali ciascuno di noi è chiamato a confrontarsi.
Proprio per tali motivazioni, questa festa può diventare uno strumento utile, a noi e ai nostri bambini, per avvicinarci a ciò che temiamo senza lasciarci spaventare troppo. Il ruolo delle maschere, che in questa occasione così come a Carnevale rappresentano il maggior divertimento per i più piccoli, è essenziale: indossare i panni di qualcun altro aiuta a sperimentarci, rimanendo al sicuro!
Halloween può aiutarci a contattare le nostre paure profonde e allora può essere utile viverla assieme ai più piccoli, apprendendo da loro l’arte del divertimento che esorcizza!