San Valentino celebra l’amore: è la festa degli innamorati, di tutti quelli che l’hanno già trovato, di quelli che l’amore lo ricercano, lo desiderano, dei sognatori, dei romantici, degli appassionati, di quelli che aspettano le ricorrenze solo perché sono un motivo in più per festeggiare la bellezza di un sentimento.
L’amore è il sentimento più antico e condiviso, in tutte le sue forme, in tutti i suoi colori. E’ ciò che rende vicini, annulla le distanze geografiche e le differenze intergenerazionali. L’amore oggi è uguale a quello di 50 anni fa e l’amore a Parigi è lo stesso di quello in un piccolo villaggio africano. Cambiano le rappresentazioni, ma non la natura dell’amore e il suo desiderio, presente in ogni essere umano.
Eppure è anche il sentimento che crea maggiori difficoltà. Troppo complicato da gestire, richiede cura e attenzione e capacità di togliere da sé qualcosa per il bene di un altro e accettare dell’altro i limiti, le imperfezioni e amare anche queste. Oggi sono numerosissimi i giovani (e in realtà anche i “meno giovani”) che sperimentano una “crisi” personale proprio a partire da una storia d’amore finita. Tanti sono quelli che non riescono a sostenere quanto l’amore chiede e fuggono dalle relazioni importanti, stabili. “Ti lascio perché ti amo troppo” è diventato il motto della contemporaneità, spiritoso certo, ma che rimanda ad un aspetto reale: l’impossibilità talvolta presente di far fronte all’amore e a tutto ciò che esso comporta.
Quello che l’amore richiede a ciascuno è il “tutto”, il “tutto se stessi” ed è proprio questa richiesta a spaventare. Eppure quando con coraggio si riesce ad abbandonarsi, arrendersi all’amore, concedere ciò che si è, esattamente per quello che si è e che si può dare di sé, allora tutto può diventare magicamente semplice.
La frase che maggiormente si sente a San Valentino e che gli innamorati si scambiano è “ti amo e ti amerò per sempre”. L’amore è un atto trasformativo per coloro che lo scelgono.
“Qual è la formula dell’amore eterno? Lacan”, sostiene Recalcati, “risponde con un’unica, straordinaria, parola, <<encore>>. Ancora. Il miracolo dell’amore reale è quello che trasforma, ancora e ancora, il quotidiano, in un per sempre”.
Dott.ssa Federica Visone
Psicologa-Psicoterapeuta
APS Newid