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L’esperienza del lutto.

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Come gestire il carico emotivo connesso alla morte e al lutto.

Perché è importante parlare delle esperienze luttuose? E, ancora, come mai si utilizza il termine “esperienza” connessa agli eventi di morte? Infine, in quali occasioni è pertinente il concetto di “lutto” al di là della perdita fisica di una persona cara?

I primi giorni di novembre ci ricordano sempre dei nostri defunti, con una giornata, il 2 novembre, interamente dedicata alla loro commemorazione. Molte persone fanno confusione e, ogni anno, tornano a domandarsi “ma qual è il giorno dedicato ai Santi e quale quello dedicato ai Morti?”, poiché queste celebrazioni sono accumunate nel famoso “ponte dei morti”. Curioso non si parli invece del “ponte dei Santi”. Probabilmente, questo accade perché l’esperienza della morte la viviamo un po’ tutti, mentre quella della santità è meno frequente…

In ogni caso, il rapporto con la morte è connotato da tanti aspetti che non vanno sottovalutati. Occorre, infatti, considerare:

  • gli aspetti di legame con la persona che viene a mancare;
  • come questa perdita cambia la propria vita e le relazioni familiari, sociali e professionali;
  • tutto ciò che ruota intorno al rito delle esequie e al saluto al defunto;
  • la presenza o meno di una fede religiosa;
  • le credenze rispetto al “dopo morte” e il rapporto con l’aldilà.

Se tutti questi ed altri punti sono connessi al tema della morte, quando si parla di esperienze luttuose occorre fare una riflessione un po’ diversa. Se è vero, infatti, che la morte è sempre un’esperienza luttuosa, non è vero il contrario: non sempre con l’espressione “esperienza luttuosa” ci si riferisce alla perdita fisica di una persona.

In questo ampio contenitore, si racchiudono anche altri momenti difficili che si possono attraversare nella propria vita. Spesso si parla di “lutto” quando:

  • termina una relazione sentimentale;
  • c’è un trasferimento ed un allontanamento dai propri luoghi d’origine;
  • si affronta la perdita, seppur momentanea, del proprio lavoro;
  • si sperimenta la delusione per un ideale perduto;
  • si affronta una malattia e/o la conseguente perdita della propria autonomia motoria;
  • si vive quello che si può considerare un grande fallimento personale.

Questi eventi che possono rappresentare passaggi complessi nella vita di una persona, sono accompagnati da forti emozioni: tristezza, senso di disperazione, perdita di interessi, inquietudine, che possono sfociare talvolta in sintomi ansiosi e/o depressivi.

Come gestire questo intenso carico emotivo per non esserne sopraffatti?

Innanzitutto, come avviene quando si affronta la morte di un caro, è importante:

  • riconoscere e tollerare le proprie emozioni;
  • condividerle con le persone significative;
  • riflettere sul significato di quanto accaduto concentrandosi non solo su quanto perso ma anche su ciò che può avvenire;
  • considerare la possibilità di cambiamento in termini di possibilità per il futuro.

Il lutto rappresenta, dunque, un’esperienza perché è un evento significativo da attraversare, vivere, affrontare ma, soprattutto, da cui trarre insegnamento.

Quando, nonostante i tentativi di far fronte a quanto vissuto, ci si sente sopraffatti e bloccati nella propria nuova quotidianità, un percorso psicologico e/o terapeutico può essere un’importante possibilità per elaborare e attraversare l’esperienza luttuosa e rendere il carico emotivo più leggero!

Immagine di Federica Visone
Federica Visone

Mi presento! Sono Federica, psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale e lavoro con individui, coppie e famiglie.

Sin da bambina sono stata molto curiosa e sempre accompagnata dal bisogno di capire quanto accadeva intorno a me e desiderosa di conoscere e dialogare con le persone.

Durante la mia crescita, alcune esperienze personali e il contesto relazionale e sociale in cui ho vissuto mi hanno spinta ad impegnarmi nell’ambito sociale, in particolare con i bambini e gli adolescenti.

Da qui è evidentemente maturata l’esperienza professionale che per anni mi ha visto lavorare come psicologa nel privato sociale, nelle scuole, negli ambiti territoriali, nelle parrocchie, nel mondo dell’associazionismo e nel contesto sanitario pubblico.

La passione per la trasmissione del sapere, della curiosità culturale e della conoscenza mi ha condotto nel tempo a scegliere di dedicarmi anche all’insegnamento. Ho, infatti, lavorato come docente di psicologia presso l’Università Suor Orsola Benincasa per la formazione ai futuri insegnanti di sostegno e mi sono occupata per anni dell’organizzazione didattica della Facoltà di Psicologia presso l’Università degli studi Ecampus.

Sono attualmente didatta presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Famiglia Ecopsys di Napoli e faccio parte del team editoriale del Journal of Psychosocial Systems, rivista interdisciplinare di ricerca e intervento nei contesti psicosociali.

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Siamo un’Associazione di Promozione sociale i cui obiettivi principali sono la cura, la prevenzione, la formazione e la ricerca applicati al campo psicologico e degli interventi psicosociali.

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