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Pensavo fosse amore e invece era dipendenza. Come riconoscere la “Love Addiction”?

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Chiunque si sia innamorato almeno una volta nella vita, conosce bene il sentimento di dipendenza affettiva dall’altro che pervade nelle prime fasi dell’innamoramento romantico.
Si tratta di una spinta interna, che consente ai due di formare quella magica unità che li rende più della somma delle singole parti.
L’amore è una forza potente, e il bisogno di amare e sentirsi amato rientra nelle motivazioni umane a sentirsi parte di un contesto e avere una vita affettiva e relazionale soddisfacente.
Quando questo sentimento di dipendenza dall’altro supera alcuni confini, però, non possiamo più parlare di una normale fase della relazione, ma di una vera e propria dipendenza, al pari di quelle da gioco d’azzardo o shopping compulsivo.
La dipendenza affettiva o Love Addiction rientra in quelle che sono definite “nuove dipendenze”, recente motivo di interesse della comunità scientifica. Si tratta di una determinata forma di dipendenza, che chiama in causa appunto le relazioni amorose.
Chi è il dipendente affettivo? Una persona internamente pervasa da un senso di vuoto affettivo le cui origini sono da rintracciare probabilmente nell’infanzia. La relazione d’amore diventa per lui la soluzione per colmare tale vuoto. Il dipendente affettivo dedica così tutto se stesso alla relazione e al partner.
Quando l’amore diventa dunque ossessione persistente, che genera sofferenza, possiamo parlare di dipendenza affettiva. In questo caso, la dipendenza è patologica poiché il partner diventa lo scopo primario del dipendente.
La relazione d’amore diviene così “a senso unico” e il dipendente si trova a vivere nel terrore di perdere l’altro, non riuscendo a tollerarne l’assenza, anche temporanea.
Sarebbe un errore però attribuire la responsabilità di questa forma relazionale al solo partner dipendente: si tratta, infatti, di una forma di squilibrio relazionale che comporta una rigidità nelle interazioni tra i due: è la dinamica di coppia, dunque, ad essere patologica.
Per chiarire meglio la questione, possiamo fare riferimento a Borgioni, autore che distingue quattro forme di questa relazione disfunzionale:
– Passivo dipendente: nonostante il bisogno di essere amata, la persona dipendente tende a giudicare sospette e non reali le manifestazioni d’amore nei suoi confronti. Ciò nonostante, ne richiede sempre più, generando un legame che non riesce a recidere.
L’illusione è che la relazione possa riscattare dalle mancanze perse.
– Co-dipendente: in questa forma di dipendenza affettiva (simile alla dipendenza da sostanze o da alcol) si genera un legame fondato sulla condizione di bisogno che pervade entrambi i partner. Si tratta di bisogni che si cerca di soddisfare, ma che allo stesso tempo si desidera lasciare insoddisfatti, per il timore che, una volta superati, il partner possa abbandonare la coppia.
– Aggressivo-dipendente: in questa forma relazionale è il dipendente che riversa sul partner tutte le frustrazioni, facendogli vivere ciò che ha subito nell’infanzia. Si tratta di una dipendenza dal legame più che dall’altro, pervasa dal sentimento di disprezzo per il partner e per sé. Questo tipo di relazione è dunque pervasa da aggressività.
– Contro-dipendente: in quest’ultimo caso, il timore per il rifiuto e l’abbandono spinge la persona ad evitare ogni forma di legame. L’individuo rifugge la relazione, ripercorrendo i vissuti di abbandono della propria infanzia. Il coinvolgimento emotivo viene qui completamente negato, nell’illusione di non aver bisogno di nessuno.
In ognuna di queste situazioni, la condizione patologica risiede nella relazione di coppia, che assume una specifica dimensione, divenendo nel tempo disfunzionale.
Recuperare una sana relazione, nella quale sia possibile viversi come individui liberi all’interno di un legame a due è possibile solo riconoscendo la situazione di stallo ne disfunzionalità.
Una volta riconosciuta, l’aiuto di un terapeuta esperto nelle relazioni faciliterà l’esplorazione dei vissuti dolorosi e potrà aiutare ciascun partner a ritrovare la propria identità e a vivere una relazione di coppia sana.

Alessia Cuccurullo

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid

Immagine di Alessia Cuccurullo
Alessia Cuccurullo

Ciao! Sono Alessia, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale e lavoro con individui, coppie e famiglie, sia in presenza che online.

Sono sempre stata una persona riflessiva e curiosa, molto attenta all’ascolto degli altri. La mia curiosità mi ha spinto nel tempo ad osservare i contesti e le persone e a pormi domande col desiderio di conoscere meglio tutto ciò che mi circonda.

Per molti anni mi sono interessata al volontariato e all’impegno nel sociale, in particolar modo mi sono coinvolta in attività educative per minori e adolescenti, soprattutto in ambito parrocchiale. Allo stesso tempo ho letto molto ed approfondito i miei interessi nei riguardi dell’umano, della comunicazione e sviluppato un senso di accoglienza ed empatia.

Successivamente, questi interessi mi hanno portato a lavorare come psicologa nelle scuole e nel contesto universitario, con uno sguardo a quanti hanno vissuto discriminazioni ed esclusione sociale, in particolare in relazione al genere e all’orientamento sessuale. In parallelo, è proseguito il mio impegno nel volontariato sociale, nel mondo dell’associazionismo e nel contesto sanitario pubblico.

Il contesto universitario, nel quale ho lavorato per 10 anni come psicologa nel sostegno agli studenti e nella promozione di una cultura delle differenze, mi ha arricchita e ha promosso il mio interesse nell’ambito della formazione, che ho alimentato con piccole attività di insegnamento e che attualmente mi vede come didatta presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Famiglia Ecopsys di Napoli.

Alimento l’interesse per lo studio anche facendo parte del team editoriale del Journal of Psychosocial Systems, rivista interdisciplinare di ricerca e intervento nei contesti psicosociali.

Sono dirigente psicologa presso la ASL Napoli 3 sud, presso il consultorio InConTra dell’Unità Materno Infantile. Qui accolgo principalmente persone trans e con identità non binarie e i loro familiari, per accompagnarli nell’iter di affermazione di genere o in un percorso di accoglienza e consapevolezza su loro stessi.

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Siamo un’Associazione di Promozione sociale i cui obiettivi principali sono la cura, la prevenzione, la formazione e la ricerca applicati al campo psicologico e degli interventi psicosociali.

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