“Ciao Alexa, mi racconti una storia?”

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Tutti abbiamo sentito parlare di “Alexa”, l’assistente personale intelligente sviluppato dall’azienda statunitense Amazon.  L’idea di Alexa nasce ispirandosi al sistema di comunicazione presente nella navicella spaziale Enterprise in Star Trek. Essa consente di fare tutta una serie di cose risparmiando tempo e senza correre il rischio di dimenticare qualche impegno. Dunque potrebbe essere utile “qualcuno” anzi in questo caso “qualcosa” che risponda ai nostri comandi come ad esempio “accendi la tv”, “chiama mio figlio”, etc.

Ci sarà un limite rispetto a ciò che Alexa può fare?

Mi è capitato di imbattermi in un articolo in cui si descriveva la ormai frequente abitudine di taluni genitori di assegnare ad Alexa il compito di leggere la favola della buonanotte ai bambini; sono rimasta alquanto sorpresa!

Il momento dell’addormentamento è una fase delicata e importante nel bambino e andrebbe accompagnata dall’adulto di riferimento con particolare attenzione sia essa fatta del contatto fisico piuttosto che verbale. La voce della mamma è una ninna nanna per il bambino; lo culla quando è un po’ più grandicello così come lo hanno cullato le braccia da neonato.

La voce materna rassicura il bambino facendolo sentire protetto e coccolato quando alla fine della giornata, ahimè, bisogna che vada a dormire nel proprio lettino!

La favola ha il potere di stimolare l’immaginazione del bambino aprendogli le strade alla creatività e il racconto di essa da parte di una voce umana con le sue proprie intonazioni permette di suscitare emozioni e sensazioni legate proprio al tono di voce utilizzato.

Dunque, Alexa ha il “potere” di tutto ciò? Essa ha quel carattere umano che permette al bambino di sperimentare tali emozioni e sensazioni?

Harlow (1958) dimostrò con un esperimento con cuccioli di scimmie macaco quanto fosse importante il contatto con una mamma morbida a calda piuttosto che metallica rappresentata da un impianto di fil di ferro a cui era associata una tettarella di un biberon.

Al di là di altri principi che intendeva dimostrare, egli sottolineò quanto il contatto fisico con una mamma con caratteristiche reali producesse un legame con lei assolutamente singolare rispetto a quando i cuccioli di scimmia venissero messi accanto alle mamme finte di metallo.

Il calore materno è fondamentale ai fini di un attaccamento sicuro che garantisca una crescita psichica sana.

Ciò per dimostrare quanto sia importante che le favole continuino ad essere raccontate da mamma e papà piuttosto che da un loro sostituto ricordando come attraverso il racconto si tramandino altresì storie legate alla propria famiglia e alle proprie origini.

Per saperne di più sull’importanza della lettura ai bimbi piccoli, potete leggere questo interessante articolo

https://www.psicologinewid.it/leggere/

Dott.ssa Immacolata Fummo

Psicologa e Psicoterapeuta

APS Newid